Il Concilio spiegato da Malnati e Roncalli in 162 pagine

Dobbiamo essere grati al teologo monsignor Ettore Malnati, vicario episcopale per il laicato e la cultura della diocesi di Trieste e al giornalista e scrittore Marco Roncalli del contributo dato ad un ulteriore approfondimento di quell’evento che tanto ha inciso nella Chiesa e, non poco, anche nell’intero mondo: il Concilio Vaticano II (1962-1965).

Il libro che hanno scritto a quattro mani, “Giovanni XXIII. Il Vaticano II un Concilio per il mondo” (Bolis Edizioni, pagg. 162 € 22,00), è arricchito dalla prefazione di Papa Francesco e dalla presentazione di frère Alois, priore di Taizé. Per descriverne il contenuto usiamo le parole, convincenti e precise, proprio di quest’ultimo.

«Non è una biografia di Giovanni XXIII, né una storia di tutto il Vaticano II», spiega il Religioso, «piuttosto è una narrazione avvincente e una ricostruzione attraente del modo in cui lo spirito Santo ha posto nel cuore di un uomo e reso concrete, poco a poco, delle intuizioni che hanno portato al rinnovamento e alla trasformazione della Chiesa».

Il testo di Malnati e Roncalli esce a sessant’anni dall’inaugurazione della prima sessione dei lavori conciliari, 11 Ottobre 1962; sessione che si interruppe a seguito della morte del Pontefice, il 3 Giugno dell’anno seguente. Le altre tre sessioni furono convocate e presiedute dal suo successore, papa Paolo VI, fino al termine, avvenuto l’8 Dicembre 1965, solennità dell’Immacolata Concezione.

In tre anni presero parte all’importante assise, nella basilica di San Pietro, quasi 2.500 fra cardinali, patriarchi e vescovi cattolici provenienti da tutto il mondo.

Tra i numerosi studi, documenti, testimonianze e commenti raccolti dagli Autori spicca il discorso tenuto da papa Benedetto XVI ai parroci di Roma il 15 Febbraio 2013.

«C’era il Concilio dei Padri – il vero Concilio – ma c’era anche il Concilio dei media», citano a pagina 78 Malnati e Roncalli. «Era quasi un Concilio a sé e il mondo ha percepito il Concilio tramite questi, tramite i media. Quindi il Concilio arrivato al popolo è stato quello dei media, non quello dei Padri.

E mentre il Concilio dei Padri si realizzava all’interno della fede, era un Concilio della fede che cerca l’ “intellectus”, che cerca di comprendersi e cerca di comprendere i segni di Dio in quel momento, che cerca di rispondere alla sfida di Dio in quel momento e di trovare nella Parola di Dio la parola per oggi e domani, mentre tutto il Concilio – come ho detto – si muoveva all’interno della fede, come “fides quaerens intellectum”, il Consiglio dei giornalisti non si è realizzato, naturalmente, all’interno della fede, ma all’interno delle categorie dei media di oggi, cioè fuori dalla fede, con un’ ermeneutica diversa».

Il testo è di facile lettura, quindi di grande divulgazione. Negli Apparati, oltre alla bibliografia ragionata, risulta utile la sintetica biografia dei principali protagonisti presentati in ordine alfabetico, dal cardinale Gregorio Pietro Agagianian al cardinale Stefan Wyszyński.

Il libro di Malnati e Roncalli, senza rinunciare al rigore dei fatti presentati, conduce, anche il lettore meno incline a seguire le vicende ecclesiali, a comprendere i passaggi più complessi del Concilio Vaticano II e le ripercussioni da questi generati.

Non a caso papa Francesco sottolinea nella Prefazione: «Possiamo affermare che l’ultimo Concilio ecumenico non è stato ancora interamente compreso, vissuto e applicato».

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